domenica 7 ottobre 2012

Shaken not stirred.


"Se c'era una cosa che davvero toccava l'animo di James Bond era essere sorpassato con velocità da una bella ragazza.."  da "Al servizio segreto di Sua Maestà "di Ian Fleming .


James bond è un personaggio talmente famoso da non aver bisogno di presentazioni. Continua a rimanere attuale, nelle vecchie pellicole come nei nuovi film.

Adoro James Bond e tutti i suoi film. Trovo irresistibile la sequenza iniziale, la famosa Gunbarrel. 

Viene ripetuta molto simile in ogni film, è quella in cui Bond viene inquadrato attraverso la canna di una pistola mentre cammina, poi  improvvisamente si gira e spara verso l'arma da cui era puntato, che inizia a barcollare e a macchiarsi di rosso, naturalmente il tutto  è accompagnato dalla celeberrima canzone  (dan darn dan,  dan dan dan daran dan, dan  dan dàn dàn, dàn dàn da). Solo questo vale il prezzo del biglietto ma il bello deve ancora venire: avventure incredibili, location straordinarie, vetture da sogno e naturalmente donne bellissime.

Chiunque vorrebbe essere James Bond e anche sull'Aston Martin non ci sono dubbi ma quale è la migliore tra tutte le Bondgirl?
Esclusa la mitica Honey Ryder- Ursula Andress di Licenza di uccidere che è fuori gara, la mia preferita sia come personaggio che come attrice,  è senz'altro Vesper Lynd -Eva Green , l'unica che in Casino Royale (2006) fa innamorare di sè James Bond segnandone per sempre la vita sentimentale.


Lo 007 che ha avuto le bondgirls più belle e affascinanti è stato quello interpretato da Roger Moore.
Mary Goodnight -Britt Ekland- deliziosa con il suo bikini anni 70 in L'uomo con la pistola d'oro.(1974).













Niente male nemmeno Melina Havelock- Carole Bouquet-  che in "Solo per i tuoi occhi" (1981), guida una Citroen 2 Cv gialla, diventata cosi famosa che la Citroen ne ha creato un'edizione limitata identica a quella del film.
Magda - Christina Wayborn nel fim Octopussy balla una danza del ventre  a cui nemmeno un agente segreto potrebbe resitere. E  infatti nemmeno 007 le resiste.




















Infine la ricetta del cocktail inventato da Bond in Casino Royale, a cui da il nome di Vesper Martini.
3 parti di Gordon's
1 parte di vodka
1/ 2 parte di kina lillet
con una scorza di limone aggiunta alla fine.  Shaken not stirred.


martedì 18 settembre 2012

Il mio mare e le calze rosse




"Ogni sciocco potrebbe fare il giro del mondo a vela ma ci vuole un marinaio con gli attributi per farlo da sbronzi." 
Francis Chichester 

Sono cresciuto in Liguria e ho avuto il mare davanti agli occhi per tanti anni ma ho incominciato a viverlo e ad amarlo con autentica passione solo quando ho incominciato ad andare in barca a vela.  Navigare a vela è pura magia. Non importa a bordo di quale barca e con quali velleità, il fatto è che la vela è il modo migliore per vivere il mare, nella sua essenza . A vela infatti non si va solo per spostarsi da un posto a un altro come fanno i motoristi, più che altro si va in barca a vela per godere del viaggio in sè , per il puro piacere di navigare.  


Ma sapere navigare bene, in sicurezza con ogni mare, è un'arte che richiede tempo ed esperienza che si acquisisce solo a bordo, fronteggiando imprevisti e condizioni meteo-marine diverse, questo èl'unico modo di diventare un vero marinaio, come quelli di una volta, quelli che usavano il sestante, non il GPS.... 
Tra i sailorman di questa  generazione il mio preferito è il neozelandese Peter Blake. Da professionista in trenta anni di regate ha vinto tantissimo sbriciolando ogni record nel giro del mondo senza scalo , ha dominato l'America's Cup da leader del team Black Magic (Skipper Russel Coutts) usando delle calze rosse portafortuna avute in regalo della moglie che poi sono diventate leggendarie.( le calze non la moglie). Cosa c'è di più marinaresco di una scaramanzia? 
Anche dopo essersi ritirato Blake ha continuato a navigare per salvaguardare il mare e gli oceani che tanto aveva amato. Nel 2001, proprio come un eroe da romanzo, viene incredibilmente ucciso da un gruppo di pirati che assaltano la sua barca sul delta del Rio delle Amazzoni. Buon vento Sir Peter




giovedì 14 giugno 2012

Indagine su un meccanico al di sopra di ogni sospetto

Basta con le mani sporche, le officine moderne sono super pulite, quasi asettiche. Adesso per risolvere un problema alla macchina ci si attacca un computer ed esce una diagnosi precisa e inappellabile, così anche la tuta rimane pulita. Per fare un cambio olio o un tagliando presso una concessionaria ufficiale invece bisogna prendere appuntamento settimane prima, come dal dottore.  Una volta arrivati in accettazione delle signorine gentili controllano le generalità della vettura e del proprietario e poi chiamano un collega che porterà il mezzo in una zona off limits ai clienti: l' officina. 
Guai però a varcare quella soglia!!  In tempo zero scatterebbe il rimprovero : "Mi dispiace ma qui non si può stare. E' una questione di sicurezza." 
Ma come?! Quale sicurezza?! Prendo l'appuntamento, l'intervento mi costa come un ricovero in clinica e non posso nemmeno vedere dove portate la mia paziente?   Eh no!  Io voglio vedere cosa le fate , dove la tenete, come sta... Eh che cazzo! Andate tutti  a ramengo! Non ci vengo più da voi ! 

Io voglio un meccanico vero, uno che ascolti a orecchio come gira il motore, non uno che collega un pc. Voglio chiamarlo per nome e voglio che lui faccia lo stessso con me. Lo voglio saggio, uno che si muove con calma ma che capisce al volo il problema,  che mette la macchina sul ponte per farmi vedere dov'è il guasto e per spiegarmi come lo risolverà.  
Appassionato, bravo e onesto. Una via di mezzo tra Fonzie e Puffo Inventore. Forse sarebbe troppo ma sono cmunque convinto  che ognuno abbia il meccanico che si merita. E' un rapporto da costruire insieme, è  fondamentale andarci d'accordo a pelle, ci si deve capire, ascoltare e stimare reciprocamente ma bisogna anche essere dei bravi clienti altrimenti non si va da nessuna parte. Magari poi con qualcuno ci si litiga e si cambia, non c'è mica un solo meccanico nella vita, c'è il carrozziere, il gommista , l' elettrauto, il marmittaio, il carburatorista ( ce ne sono ancora?) quello della moto...l'importante è che le officine non diventino dei laboratori segreti ma restino dei posti veri, vivi, dove entrare e guardare il risultato a metà lavoro o dove passare anche solo per fare due chiacchere magari anche con qualche altro cliente.  Perchè no? Esistono già le librerie- bar o negozi di fiori- bar, che tanto piacciono alle nostre fanciulle e allora come mai non ci sono le officine- bar per noi maschietti? O ci sono e io non lo so? 

Concludo con una frase sentita in un 'officina vecchio stile nel 1994 e che non dimenticherò mai. Accompagnavo un amico a far riparare i danni di un testacoda imprevisto in cui eravamo incappati a bordo della Y10 della zia, che naturalmente non doveva sapere niente. Appena il meccanico ha colto la situazione clandestina,  ha scosso la testa sentenziando : "Io ve la riparo veloce ma questo vi insegni che è meglio prestare la moglie che la macchina . La moglie nella peggiore delle ipotesi te la scopano. Ma alla macchina invece non saprai mai cosa ci fanno...." Lezioni di vita.

lunedì 21 maggio 2012

B.B.

Et Dieu...créa la femme
B.B. con Morgan.







Mentre prende la borsa da una Lancia Aurelia B24 Spider

                      
                      Sorridente su Morris Mini Moke con i suoi cani.

BB seduta su Renault Floride mentre gioca con un Bassotto.

    In moto su uno scrambler Yamaha At1

      Qui sembra mi stia aspettando a bordo del suo Riva Junior...

E infine qui non so su che mezzo sia seduta...ma chissenefotte, non è deliziosa?

domenica 13 maggio 2012

Elogio alla Vespa



Per mia nonna qualunque mezzo a 2 ruote è una Vespa, non perchè lei è rincoglionita ma perchè per la sua generazione quello era il mezzo a due ruote. 
Non nasco vespista e confesso che tecnicamente, come progetto, trovo migliore la Lambretta, fatto sta che il primo mezzo che mi sono comprato con i miei risparmi è stato un Primavera Bianco. A dire la verità non avevo abbastanza soldi per la moto che desideravo allora ma la Vespa aveva incominciato ad affascinarmi anche se non sapevo ancora bene perchè. Ne intravedevo il carattere, capivo che aveva un'anima ma l'avrei conosciuta bene solo con il tempo. La linea ancora oggi è insuperabile, non è un fulmine ma viaggia bene , è snella e molto maneggevole nel traffico, può trasportare un passeggero, ma soprattutto quello che adoro è la sua anima traversale, adatta ad ogni occasione. Romantica con Gregory Peck e Audrey Hepburn in Vacanze romane, vero status symbol  per i Mods negli anni '60, introspettiva per Nanni Moretti in Caro diario e  geniale in quella pubblicità diventata mitica "Chi Vespa mangia le mele"... Dopo aver letto il libro In Vespa-da Roma a Saigon-  di Giorgio Bettinelli mi sono deciso, quei 24.000 km su un PX 125 mi avevano stregato. Anch'io dovevo mangiare le mele. Cosi la Vespa è stata mio dolce compagna quotidiana per tanti anni. Ne abbiamo fatte tante insieme e su quella sella è passata così tanta gente di ogni tipo che ci si potrebbe scrivere un libro. Ricordo le fredde mattine d'inverno, io in cronico in ritardo e lei che non voleva saperne di partire, ma anche le calde e profumate serate estive quando il motore girava perfettamente e sull'asfalto liscio sembrava velocissima,lo era davvero? Qualche volta sono capitati anche degli acciacchi  ma siamo sempre tornati a casa insieme.  

Adesso è di un altro colore ma ce l'ho ancora. Non la uso più tutti i giorni ma quando la prendo è fantastico, forse anche più di allora. Mi sento libero, spensierato, felice. Ha ragione Cesare Cremonini: una Vespa ti toglie i problemi. Se sono in giro col vespino in questa stagione calda, con il sole che tramonta tardi mi sembra di ritornare ai tempi dell'Università, quando uscivo dalla biblioteca e andavo a bere interminabili aperitivi. In uno di questi aperitivi con gli amici ricordo che era partita l'idea di un viaggo in Vespa: il coast to coast . Ma non sulla Route 66, troppo costoso e complicato, a noi bastava la SS9, la via Emilia, dall'Adriatico al Mar Ligure - Riccione- Santa Margherita. Passando da Pontedera. On the road. 


martedì 1 maggio 2012

Ayrton Senna Da Silva






















Diciotto anni fa, il 1 maggio 1994 moriva Ayrton Senna. Era il mio eroe. Il mago della pioggia. Il più professionale. Velocissimo. Efficace. Molto tecnico. Il più grande di tutti i tempi. Il numero uno.  
I suoi Gran Premi sul bagnato, i duelli con i suoi grandi rivali, ma soprattutto la sua arte di guida sono impressi nella mia memoria.
Era un talento divino, sembrava danzare con la sua vettura portandola costantemente al limite. Aveva un sesto senso per sapere esattamente dove fosse il grip prima di entrare in curva(cit.Martin Brundle). Con la sua morte finiva un epoca, la Formula 1 aveva perso il suo interprete migliore.
Ciao Ayrton e grazie di tutto
Qui di seguito il link a un tributo di Top Gear su Ayrton Senna. 15 minuti toccanti.  

lunedì 23 aprile 2012

Ci sono un tedesco, un francese, un inglese e un italiano che devono comprare la loro prima automobile...

Non è l'inizio di una barzelletta. Siamo all'inizio degli anni 60 e il nazionalismo la fa da padrone sulla scelta della macchina così 9 volte su 10 il transalpino comprerà una Citroen 2 CV , il tedesco un Volkswagen Maggiolino, l'inglese guiderà una Mini e all'italiano toccherà la Fiat 600 oppure la più economica ma anche più amata 500. Ma come sono queste auto? Qual è la migliore? 
Tutte e quattro sono vetture straordinarie, dotate di una personalità ben definita che rispecchia anche le caratteristiche del Paese d'origine. Il fatto che tre di esse siano state riproposte in versione moderna continuando a ottenere un grande successo anche oggi nella loro "seconda giovinezza", la dice lunga sulla bontà del loro progetto iniziale e sul carisma che questi modelli esercitano oggi come allora. 
Alla Citroen volevano un auto che fosse elementare nella guida , che consumasse poco ma fosse anche molto comoda. Si racconta in proposito che il test per verificare il reale confort del mezzo fosse l'attraversamento di un campo arato con appoggiato sul sedile un paniere di uova che naturalmente non dovevano rompersi. Con la 2 CV il test è probabile che abbia funzionato davvero, perchè uno degli aspetti inconfondibili della vettura francese sono le sospensioni con il loro tipico rollio dato che permette una buona tenuta ma anche la possibilità di attraversare comodamente terreni accidentati. Spartana ma molto parca nei consumi, la 2 CV con le sue linee sinuose, femminili , ha sedotto più di 5 milioni di appassionati della natura più diversa , dai figli dei fiori ai piloti di rally cross, dalle signorine eleganti a chi l'ha scelta come mezzo da lavoro in una delle sue versioni derivate. Una macchina affasciante e fuori dal tempo ma è quella che mi convince meno perchè è troppo lenta e perchè la vedo interpretata meglio da una donna al volante.  
Sul gradino più basso del podio sono costretto a mettere la Fiat 500, che in realtà mi piace molto, adoro la levetta di messa in moto e il tetto apribile panoramico e il suo rumore tipico, ma questo è più il gioco della torre che una classifica... Per noi italiani il Cinquino è la storia. Ci ha accompagnato dappertutto, ognuno di noi l'ha vissuta a modo proprio e ne conserva un ricordo particolare, chiunque abbia i capelli bianchi ne ha guidata una e se proprio era troppo piccolo di sicuro ci è salito come passeggero. Naturalmente nel posizionarla terza non considero le stupende versioni Abarth, altrimenti si rimescolerebbero di nuovo le carte.
La mia medaglia d'argento va alla Volkswagen. La Kafer era quella costruita meglio, i tedeschi le macchine le sanno fare bene , il progetto di Ferdinand Porsche era fantastico: design avveniristico, motore semplice e di un'affidabilità proverbiale. Il risultato è un auto praticamente indistruttibile venduta in tutto il mondo per 65 anni e in 21 milioni di esemplari. Serve aggiungere altro? Direi proprio di no. Das auto. 
Forse ragionando razionalmente la Volkswagen meriterebbe addirittura il primo posto, ma sono Italiano e per me le emozioni sono più imporanti, per questo motivo la mia preferita è la Mini.
Guidarne una trasmette delle sensazioni che poche altre macchine sanno dare, sembra davvero un kart, agile e guidabilissima è impareggiabile sul misto. Al Rally di Montecarlo le Mini Cooper S hanno vinto 2 volte (sarebbero 3 ma nel 1966 è stata squalificata per fanali irregolari) ma è una vettura capace di farti sentire un pilota anche se stai solo andando al bar...E' stata l'auto della Swinging London, persino Steve McQueen ne aveva una, e anche se un po' più delicata e scomoda di altre si merita il primo posto di questa  mia classifica perchè guidare è la cosa che mi piace di più,  e dopo che hai guidato una Mini scendi sempre con il sorriso sulle labbra.

lunedì 9 aprile 2012

Suv vs classic cars- Questo pezzo l'ha scritto il mio amico Flavio, centrando in pieno lo spirito del blog.


Sta finendo l’era degli eccessi, la cafoneria a tutti i costi.
Ciò nonostante, per fortuna sempre meno, si continuano a vedere in giro flotte di S.U.V., spesso bianchi.
Alla guida, di solito, uomini o donne campioni di cafoneria, totalmente incapaci di vivere senza apparire, senza seguire le mode (quelle imposte da calciatori e veline…), senza far vedere al mondo che anche loro esistono. Sì, perché il mondo si accorge di loro solo quando alzano la voce al telefono sui vagoni dei treni, quando posteggiano in doppia fila, quando ordinano champagne senza sapere se la circostanza lo richieda.
Fateci caso, una volta i fuoristrada venivano utilizzati da chi aveva realmente la necessità di viaggiare su strade impraticabili, da chi abitava in campagna o da quelle persone che, per loro fortuna, avevano la possibilità di trascorrere il tempo libero nelle residenze fuori città e che sul proprio Defender (non certo sull’X5) dovevano caricare bracchi e doppietta. Oggi no. Oggi il fuoristrada serve ai cafoni  per salire sui marciapiedi, per schiacciare senza problemi quei fastidiosi pedoni che, alle volte, hanno la sciagurata idea di attraversare la strada, per occupare due posti nei parcheggi o più semplicemente per compensare con le dimensioni della propria macchina la ridicola dimensione del proprio cervello (o di un altro organo evidentemente poco sviluppato).
Ora mi rivolgo a voi donne, vi propongo due possibili scenari:

Scenario n°1.

Mentre state finendo di truccarvi sentite suonare vigorosamente il clacson, vi affacciate e vedete sotto casa, davanti al portone carraio, il vostro “cavaliere” con il suo BMW X5, bianco, fresco di car wash.
Vi affrettate quindi a scendere in strada e salite a bordo del mezzo in autonomia, lui è ovviamente impegnato in una conversazione telefonica senza la quale la terra sarebbe sicuramente in grave pericolo e, perdere tempo per la galanteria (o semplicemente per l’educazione), comprometterebbe le sorti del resto del mondo.
Partite quindi (incuranti che per strada vi siano altre macchine) alla volta del ristorante di sushi appena aperto dal suo amico imprenditore brianzolo. Qui, al tavolo con una coppia di amici, il vostro lui, vestito rigorosamente con capi firmati, inizia a raccontare le sue vacanze in Costa Smeralda a bordo del suo motoscafone che inquina più di un transatlantico e che crea un moto ondoso in grado di danneggiare le coste di tutto il mar mediterraneo.
Alla fine della cena, dopo aver mangiato piatti di cui non ricorda nemmeno il nome, vi porta all’Armani, dove ha ovviamente prenotato un tavolo e, facendo più rumore possibile stappa la magnum di cristal.
Alla fine della serata, dopo aver insultato un cameriere che non lo aveva assecondato abbastanza, risale sul suo bianco “cavallo” e, abbassando il finestrino, vi urla di darvi una mossa, che lui è stanco e si dovrà svegliare presto per lavare nuovamente la macchina per andare allo stadio con l’amico macellaio.

Scenario n°2.
Siete, come vostro solito, in clamoroso ritardo sulla tabella di marcia, finite di sistemarvi e scendete in strada. Lui, nonostante tutto, è fuori dalla sua macchina, una triumph spitfire del 1967.
E’ elegante, ma non appariscente, mocassini, pantalone beige, camicia bianca e giacca blu, vi sta aprendo la portiera. Galanteria forse un po’ anacronistisca, ma nella quale crede ancora fermamente.
Dopo aver eliminato la suoneria del cellulare, parte alla volta della riviera ligure.
Appena arrivati, vi porta a bere un camparino in un bar, dove, in una surreale armonia, convivono artisti, uomini d’affari, nobili e pescatori.
E’ quindi il momento di un ristorantino in cui andava fin da ragazzino, con i genitori prima e con gli amici poi.
Qui ordina trofie al pesto e cima genovese, il tutto accompagnato da un ottimo fresco pigato.
Per concludere la serata, dirige la sua triumph verso il porticciolo, dove, da generazioni, tiene ormeggiato uno splendido gozzo in legno, ricco di storia e di valore affettivo. In lontananza l’ombra del motoscafone senza anima…

Quale scenario vorreste vivere? Se fossi in voi, credo non avrei dubbi e, a occhi chiusi, opterei per lo scenario n°2…
Questo a conferma del fatto che auto e padrone (come per i cani) si assomigliano e che sempre più persone stanno abbandonando le macchine da cafone e apprezzano macchine cariche di storia, di fascino, a volte scomode, ma sempre eleganti e romantiche, macchine che, spesso più di noi uomini, hanno un’anima.

Bentornata eleganza…

sabato 24 marzo 2012

Galanterie d'altri tempi

Quando una ragazza deve salire sulla mia macchina, se posso scendo e le apro la portiera, proprio come facevano una volta gli chauffeur. Credetemi non c'è donna al mondo a cui non faccia piacere e il sorriso che vi regalerà per averla fatta sentire ancora più femmina vale ampiamente il piccolo sforzo fatto. Dovrebbe essere un gesto da fare sempre, in ogni caso, come un omaggio alle donne, a ogni donna, moglie,fidanzata, amica che sia, persino alla suocera! Il punto è che sulla mia macchina il padrone di casa sono io ed è giusto che sia io ad accogliere gli ospiti sull'uscio. Se però con la ragazza in questione avete velleità diverse, un po' più serie e siete cosi fortunati da non avere ancora la chiusura centralizzata potete fare un test per scoprire se avete appena fatto salire a bordo la ragazza giusta. Avete mai visto il fim Bronx? Date un occhiata a questo video e rimpiangerete di avere in tasca le dannate chiavi-telecomando... 






Come giustamente dice Sonny, bisogna passare dietro la macchina e non davanti. Come perché? Mica vorrete far innervosire i cavalli?! Che poi al loro posto ci sia un motore é solo un dettaglio. D'altri tempi.

lunedì 27 febbraio 2012

My wife yes. My dog maybe. My Dodge NEVER!

Non sono mai stato un fan delle auto americane e ancora meno mi piacciono gli adesivi sulle macchine. Se vivessi negli Stati Uniti peró molto probabilmente guiderei una Dodge più che altro per potere avere quell'adesivo sul paraurti. Non avrei nemmeno dubbi sul modello. Anche se nel cult movie Vanishing Point (Punto zero) il protagonista fuggiva con una Challenger bianca e i Blues Brothers erano in missione per conto di Dio a bordo di una Monaco 440 ex Polizia di Chicago, la mia preferita è sempre stata un'altra Dodge vista alla tv: la Charger R/T di Hazzard, il Generale Lee. 
YEEEEEEE HAAAAAWWWW!!!

mercoledì 15 febbraio 2012

I parcheggi al bacio

Le regole della buona educazione nascono per rispettare il prossimo, anche in automobile. Gli Italiani non sono famosi per essere degli elegantoni al volante: clacson selvaggio, pedoni non rispettati, gestacci e insulti, dita nel naso al semaforo, ce n'è per tutti i gusti. Tra le spiacevoli abitudini che abbiamo, una tra le più fastidiose è il parcheggio incivile. Non solo dove si posteggia ma anche come si posteggia.
I più romantici chiamano questa tecnica da troglodita "parcheggi al bacio" non perchè bisogna limonare mentre si fa manvora ma perchè i paraurti dovrebbero avvicinarsi piano piano fino a sfiorarsi ,come se le due auto si dessero un bacino. Purtroppo però la gente invece di bacini delicati picchia delle tranvate imbarazzanti contro innocenti auto in sosta. Dubito che gli uomini e soprattutto le donne che parcheggiano in questo modo usino la stessa irruenza anche per baciare il proprio partner. 
Una volta ero passeggero sulla macchina di un'amica, stavamo cercando un posteggio già da un po' , finchè non vediamo uno spazio che però sembrava un po' stretto per la sua Fiat Punto. Anche se la mia amica era ed è una brava guidatrice , le ho fatto notare che difficilmente saremmo entrati tra quelle due auto. Lei in tutta risposta ha iniziato a fare la manovra dicendomi con sicurezza:
-Tranquillo, ti faccio vedere io come si fa: un colpetto dietro, uno davanti e via. Al limite spingo un po' di più ma vedrai che ce la faccio stare. Detto fatto, a furia di spintarelle più o meno forti è riuscita a infilare la macchina in uno spazio millimetrico. Vista da distanza sembrava un tassello del Tetris. Pazzesco pensare che simili barbarie siano tollerate, eppure non si stupisce quasi nessuno.
Questo era il motivo per cui preferivo i parcheggi a spina di pesce almeno finchè non ho trovato un bel gibollo sulla mia portiera. un ricordo indelebile di qualche maldestro che scendendo dalla macchina ha dato una sportellata alla mia auto. accarezzare la mia. Forse sono un po' psicotico ma adesso ogni volta che posso uso i mezzi pubblici, così non inquino, non ho porblemi di parchggio e soprattutto non mi incazzo più. 


lunedì 6 febbraio 2012

Volkswagen dreaming

La macchina che da ragazzo ho desiderato di più è stata la Volkswagen Golf GTI 16v  II serie.
Quando avevo 17 anni mi sembrava ragionevole come prima macchina, per questo ci pensavo tanto, perché ci credevo. Pensavo che una robusta VW Golf sarebbe stata l’ideale per farmi le ossa come guidatore-pilota, anche agli occhi dei miei . La terza serie era già uscita da un po’e come futuro neopatentato ritenevo che una GTI 16valvole usata mi spettasse quasi di diritto. Il massimo sarebbe stata la G60 ma sarei stato troppo pretenzioso , mi sarebbe andata più che bene anche una 8 valvole.
Ovviamente avevo già deciso con precisione maniacale quali accessori sarebbero stati irrinunciabili e quali altre modifiche gli avrei apportato. Doveva assolutamente avere i cerchi BBS a nido d’ape, i sedili Recaro e un bel assetto ribassato per un migliore comportamento in curva ma soprattutto  per castigare eventuali sfidanti sul percorso casa-scuola. Con il tempo (e soprattutto con il danaro) avrei montato anche una marmitta più aperta e un filtro per enfatizzare il rumore di aspirazione ma non subito, prima, per la gioia del tatto, avrei investito in un volante Momo in pelle a tre razze.
Ho passato giorni e notte a fantasticare sul momento in cui finalmente avrei avuto quella dannata auto. Riempivo il mio diario e miei libri di scuola disegnandola da tutti i punti di vista possibili, il muso, il culo, il laterale e pure il cruscotto, ma quello che mi veniva meglio era il tre quarti anteriore. Anche se disegnare non mi è mai piaciuto, con la matita riuscivo a concretizzare davanti agli occhi  i miei sogni a quattro ruote.
A scuola mi piaceva la biondina che sedeva nel banco davanti al mio, e siccome in classe sognare a occhi aperti era l’ideale, mi immaginavo anche la scena in cui la andavo a prendere sotto casa con la mia Golf. Lei usciva dal portone sorridente, appena salita in macchina mi baciava e poi appoggiava la sua mano sopra la mia che era già sul pomello del cambio pronta a ingranare la prima.  
Non ho mai fatto un ritratto alla biondina del banco davanti ma per un po' siamo usciti insieme davvero, mentre la GTI che ho disegnato e aspettato tanto non è mai arrivata. Non sarà che disegnare porti un po’sfiga?

giovedì 2 febbraio 2012

God save the Queen. And British cars too.

Chiunque sia stato in Inghilterra avrà notato quanto gli inglesi siano poco freddolosi.  Le donne sono sempre deliziosamente senza calze, gli uomini spesso escono senza soprabito, al massimo indossano una giacchetta leggera o un impermeabile, quando noi alle stesse temperature siamo imbacuccati come Amundsen in direzione Polo. Soprattutto sono così abituati alla variabilità del loro clima da non fare caso a quella pioggerellina che inizia, smette e  poi riprende cosi tante volte in un giorno.
Insomma hanno un tempo di merda, eppure nonostante questo gli inglesi  hanno una tradizione e un entusiasmo impareggiabile per le vetture cabrio . E’ facile viaggiare scoperti in California, dove il clima è sempre mite, farlo nel Sussex o nell’Herefordshire invece è roba da temerari. Gli inglesi fanno molto di più, non solo viaggiano aperti tutto l’anno ma sono proprio loro a realizzare le vetture convertibili più belle e divertenti di sempre. Austin Healey, MG, Triumph, Morgan, Lotus, le spider per antonomasia,  sono tutte auto progettate e costruite in uno dei paesi più piovosi al mondo. Se non è passione questa… 


martedì 31 gennaio 2012

Il sequenziale o la doppietta?


La scomparsa della leva del cambio è il sintomo più evidente di quanto si sia evoluto il modo di guidare negli ultimi vent'anni, quasi senza che ce ne accorgessimo.
Le prime vetture ad adottare i comandi al volante sono state le Formula 1 negli anni '90 ma ormai sono disponibili su moltissime automobili stradali. Guidare con entrambe la mani sempre sul volante migliora sensibilmente la precisione, l'efficacia e la sicurezza di guida, per non parlare della comodità dell'uso in automatico in città. Miglioramenti prestazionali e pratici ormai diventati irrinunciabili ma in tutto questo che fine fanno la doppietta e il punta-tacco? Sono manovre già desuete da tempo ma è un vero peccato che si perdano queste vecchie e buone abitudini da gentleman driver. Le ho sempre considerate la quintessenza della tecnica di guida , la discriminante tra chi conduce un'automobile con tecnica ed eleganza e chi la adopera senza passione solo per spostarsi, tra chi ama davvero pilotare belle macchine e chi le usa solo per farsi vedere. Anche per questo preferisco le vetture vintage a quelle moderne e poi, diciamo la verità, scalare una marcia con la doppietta regala tutta un'altra soddisfazione.


Quale dei due cruscotti vorreste avere davanti?
Io non ci penserei un attimo....